mercoledì 21 marzo 2018

Un miracolo inatteso



La piccola Gabbianella amava viaggiare e decise di attraversare il mare, richiamata dalla tristezza che arrivava da una grande città oltre il Mar dei Sogni. Questo mare era esteso e ci mise due giorni per attraversarlo. Stanca ed affamata trascorse la prima notte in un piccolo isolotto abitato da pellicani e gabbiani. La mattina, all’alba, ricominciò il suo viaggio verso la città.

Quando vi arrivò rimase incantata dalla sua bellezza. Capitalia fu fondata da due bambini che, rimasti orfani, furono allevati da una grande lupa. Diventati uomini costruirono sopra sette colli la città, che divenne la capitale del mondo a quei tempi conosciuto.  Stanca del lungo viaggio Bianca si appoggiò ad una piccola panchina, dove stava seduto un uomo dall’aspetto triste ed afflitto.

«Buon uomo, perché sei qui tutto solo?» Chiese la Gabbianella.
L’uomo, spaesato e stupefatto per aver udito l’uccellino parlare, rispose: «Sono qui tutto solo perché sto pensando a come rendere felici la mia piccola Giada e mia moglie Anna.»
«Io mi chiamo Bianca e sono arrivata attraversando il Mar dei Sogni, per realizzare i tuoi desideri e per renderti più felice. Qual è il tuo nome buon uomo?»
«Mi chiamo Paolo, ma veramente puoi risolvere tutti i miei problemi?»
«Ci proverò» rispose la Gabbianella, «raccontami...»

Paolo cominciò a raccontare la storia di Capitalia, capitale di tutta la Nazione. Spiegò che tanti prima i cittadini erano felici perché avevano un lavoro dignitoso. Si girava per le strade poco trafficate con l’amata 500 e la lambretta poi, quando arrivava la sera, la famiglia riunita guardava Carosello con la vecchia TV. Durante la settimana tutti i bambini andavano a scuola con l’abbecedario e con l’arrivo dell’estate trascorrevano al Lido giornate allegre e spensierate. 

Erano felici perché tutti avevano un lavoro dignitoso, ma un brutto giorno i padroni delle loro fabbriche decisero di strappargliela. Cominciarono a licenziare i dipendenti, a trasferire i loro capitali e le fabbriche lontano da Capitalia. Smisero di contribuire alla spesa pubblica della città ed i governatori iniziarono a tagliare i servizi più importanti.

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Intro

“La mia amica Bianca” è una favola, che intende comunicare ai bambini (ma non solo) il profondo significato del “fare politica”.   La ...