In un paese vicino, tanto tempo fa, viveva un bambino di nome Sandrino.
Sandrino era nato con una malformazione
alle gambe che lo costringeva su una piccola sedia a rotelle colorata. Questo
piccolo paese si chiamava Panada. Il nome era stato dato dagli abitanti, che di
generazione in generazione si tramandavano la preparazione di un tipico piatto
a base di pane, con dentro carne, pesce, patate e tanti condimenti che lo
rendevano speciale. Il povero Sandrino era sempre triste, perché nel suo paese aveva
tanti amici che giocavano, ma lui non poteva a causa della sua malattia. In una
mattina di primavera, mentre scrutava l’orizzonte dal balconcino della sua
cameretta, Sandrino vide un uccellino svolazzare nel giardino di casa.
«Vieni qui mio piccolo uccellino!» Gridò il bambino, «vieni a farmi un
po’ di compagnia, io sono sempre solo!»
L’uccellino volando elegantemente si poggiò su un vaso di rose rosse,
che ornava il balcone del bambino.
«Caro bambino io sono una Gabbianella e mi chiamo Bianca e tu, piccino,
come ti chiami?»
«Ma tu parli!» Esclamò il bambino. «Io mi chiamo Sandrino ed ho otto
anni!»
«Caro amico», rispose la Gabbianella. «Sono venuta da te perché ho
udito la tua tristezza. Io sono qui per realizzare i tuoi desideri e per
renderti più felice. Dimmi mio dolce piccino, cosa ti affligge così tanto alla
tua tenera età?»
«Piccola Bianca, devi sapere che questo paese è diviso in due dalla
ferrovia. Mi piacerebbe tanto andare dall’altra parte di Panada, ma non posso. Nella
stagione delle piogge i sottopassaggi sono sempre allagati e malandati; come
posso fare?»
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