Hai preso il volo e sei partita come mi avevi preannunciato giorni fa,
chiamata dalle richieste di altre persone bisognose. Piccola gabbianella... mi manchi tanto, ricordo le spensierate giornate
trascorse nel nostro giardino di rose rosse, dove mi raccontavi dei tuoi lunghi
viaggi.
Pomeriggi trascorsi vicino al mare, accompagnati dalla musica del
maestrale. Una risacca leggera e spumeggiante che s’infrangeva sugli scogli
dove i granchi giocavano tra di loro. Come dimenticare la nostra immagine, felici ad osservare l’orizzonte,
col mare increspato dalle onde che si scontra col cielo azzurro ricoperto da
nuvole dalle mille forme?
Ricordi, o mia cara amica, spesso mi portavo la mia canna da pesca e tu
giravi intorno al cimino, facendo suonare la piccola campanella arrugginita.
Quante giornate trascorse a riflettere sulle nostre speranze ed aspettative. Dove sei mia piccola Gabbianella? Mi mancano i tuoi consigli, specialmente in questo momento. Sapevo qual
era il tuo compito e tu, mia cara Bianca, l’hai portato a compimento.
Sei venuta qui a Panada richiamata dalle mie richieste di aiuto; ma
solo ora capisco qual era la tua missione. Mi hai regalato quell’emozione che
avevo nascosto nel cuore, hai acceso dentro di me quella fiamma vitale che non
avevo mai alimentato. Grazie a te ho cominciato a parlare con quelle persone che prima non
ascoltavo, forse perché accecato dalla quotidianità della vita. Poi ho iniziato
ad arrabbiarmi per quello che accadeva a Capitalia e Panada, ed il destino mi
ha individuato, facendomi conoscere tanti amici che hanno voglia di lottare.
Con loro ho iniziato a trasmettere, a modo mio, quella speranza che da
anni mancava ai miei concittadini e, tra mille difficoltà e pregiudizi, ho
iniziato a dire la mia opinione senza timore. Non sono abituato a parlare col
prossimo perché spesso mi emoziono, e sopraffatto dalla passione mi manca il
fiato: è come se mi mancasse di colpo il respiro. Ancora ricordo quando, per la prima volta, mi sono rivolto al pubblico.
Ho trascorso il tempo ad ascoltare, infine, mi sono alzato senza pensarci due
volte ed ho detto quello che pensavo: una liberazione!
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